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Smart working 2023: nuove regole dal 1° gennaio

Tutte le novità sullo smart working previste nel 2023

La Legge Bilancio 2023 ha introdotto delle novità sulla possibilità di svolgere il proprio lavoro da remoto. Infatti, importanti novità riguardano lo smart working e, dal 1 gennaio, ritornano in vigore le regole ordinarie vigenti prima della pandemia – la legge 81/2017. La normativa, approvata dal Senato il 29 dicembre 2022, prevede una proroga soltanto per i lavoratori appartenenti a categorie fragili, che potranno godere di questa opportunità fino al 31 marzo 2023. Coloro che invece sono genitori di figli under 14 non hanno diritto a nessuna proroga.

Le novità

Siamo oramai giunti al termine dell’emergenza epidemiologica da covid-19 e dunque vi sono importanti novità che riguardano la gestione del lavoro. Infatti, a partire dal 1° gennaio 2023 ci saranno diversi cambiamenti sul lavoro agile, prima di tutte la necessità di un accordo tra lavoratore e società per accedere al remote working. Dal primo dell’anno si tratterà quindi di una decisione condivisa da entrambi i soggetti. Tuttavia, diventa strutturale la modalità d trasmissione delle comunicazioni poiché le imprese potranno comunicare gli elenchi dei lavoratori direttamente nel portale senza dover necessariamente inviare gli accordi singolarmente. L’art. 23 della L. 81/2017 non contiene riferimenti temporali sulle comunicazioni intercorsi tra l’azienda e il dipendente. Il Ministero, però, ha confermato che:

i datori di lavoro privati devono comunicare lo svolgimento del lavoro tramite smart working dall’inizio del periodo in cui il dipendente ha iniziato la modalità agile o di accedere ad proroga entro 5 giorni dall’inizio della prestazione da remoto;

i datori di lavoro pubblici devono inviare le comunicazioni entro il giorno 20 del mese successivo all’inizio della prestazione in modalità agile o, nel caso di proroga, dell’ultimo giorno del periodo comunicato prima dell’estensione del periodo.

Chi può usufruirne

Possono continuare ad usufruire dello smart working quei lavoratori che appartengono alle categorie fragili e che quindi sono in possesso del riconoscimento di disabilità previsto dalla legge 104. In alternativa, è possibile presentare un certificato che attesta una condizione cagionevole della propria salute, derivante da immunodepressione o dallo svolgimento di specifiche terapie necessarie per la presenza di patologie oncologiche. I dipendenti che, invece, hanno figli under 14 hanno potuto usufruirne per tutto il 2022 ma tale possibilità non è stata prorogata per loro. Dunque, non potranno più lavorare da remoto a meno che non vengano presi accordi con l’azienda. Inoltre, bisogna ricordare che oltre ai lavoratori fragili non potrà averne diritto nessun’altra categoria ma ci sono delle previsioni contenute nell’art. 18 del decreto legislativo 81 del 2017 di favore per alcune categorie:

lavoratrici e lavoratori con figli fino a 12  anni di età o senza alcun limite di età nel caso abbiano figli in condizioni di disabilità ai sensi della legge 104;

lavoratori con disabilità grave.

La priorità verrà data soltanto alle tipologie sopraelencate mentre tutti gli altri non possono avanzare la pretesa di lavorare in smart working.

Come prepararsi alle novità del 2023?

Nasce quindi la necessità di rivedere le modalità e le normative che disciplinano lo smart working. Tutti coloro che lo utilizzano o hanno intenzione di avanzare una richiesta per continuare a lavorare in modalità agile, dovranno informarsi sulle normative che disciplinano la possibilità di fornire la propria prestazione professionale anche da remoto. Il corso di smart working, fruibile sul sito di Accademia Da Vinci, è la soluzione giusta per fronteggiare queste novità. Prezzo in PROMO a €19,00. Il corso, inoltre, è acquistabile anche tramite il MEPA – Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione tramite il CODICE 4840610.

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