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Laurea in calo tra i giovani: cosa significa per i lavori del futuro?

Ma le professioni che richiedono formazione elevata cresceranno nei prossimi anni

In Europa, sta diventando sempre più comune l’idea che per fare carriera nei lavori del futuro la laurea non sia necessaria. Tuttavia, è interessante notare che le opportunità di crescita sono maggiori per le professioni che richiedono un elevato livello di formazione. In Italia è possibile costruire una carriera senza una laurea? Acquisire le competenze direttamente sul campo di lavoro, senza passare attraverso l’università, è una tendenza che ha sempre avuto sostenitori nel nostro Paese. Infatti, il tasso di laureati è notevolmente inferiore rispetto alle medie dell’Unione Europea e dell’OCSE. Sono tante le storie di giovani che decidono di inserirsi nel mercato del lavoro senza aver completato un percorso universitario, senza che ciò comporti una limitazione delle ambizioni di carriera.

Lavori del futuro, vale la pena laurearsi?

Dunque, vale la pena laurearsi? Questa è una domanda frequente che si pongono sempre più giovani e riguarda i lavori del futuro, non solo in Italia. L’università sembra essere diventata una scelta secondaria. Con gli apprendistati, ad esempio, i giovani imparano, si formano, acquisiscono competenze direttamente lavorando e sono pagati. C’è un dato interessante rilevato dall’Institute of Student Employers in Gran Bretagna, organizzazione che riunisce le aziende per dare lavoro agli studenti. Le imprese che per assumere richiedono un diploma di livello 2:1 (voto di laurea equivalente più o meno tra 100 a 107) sono passate dai tre quarti del 2014 a meno della metà nel 2022. Addirittura, negli annunci di lavoro del 2023 solo per il 22% è richiesta la laurea, mentre nel 2019 la percentuale superava il 30%.

Questi dati sembrano demotivare i giovani che per i lavori del futuro vedono uno scarso interesse delle aziende verso i titoli di studio. Inoltre, alcune lauree sono considerate lontane dalle qualifiche e competenze richieste nel mercato del lavoro, come quelle nelle scienze umane. Dopo l’università solo alcuni continueranno a lavorare nel settore di competenza, questo porta a una percezione di non utilità degli anni passati a studiare. Questo si ricollega anche a un sempre più crescente numero di aziende che preferiscono formare direttamente e sul campo i dipendenti neoassunti.

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Lavori del futuro, il fenomeno dell’overskilled

Troppo istruiti per il lavoro da svolgere? Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro, oltre un lavoratore statunitense su due è overskilled, cioè ha competenze superiori a quelle richieste dalle mansioni che svolge al lavoro. Questo fenomeno è dovuto a diversi fattori, tra cui l’evoluzione tecnologica e la globalizzazione, che hanno portato a un aumento della domanda di competenze elevate. Nonostante ciò, rinunciare agli studi universitari non sembra essere una buona idea. Diverse indagini dimostrano come i lavori che richiedono competenze alte continueranno a crescere nei prossimi anni. Inoltre, non tutte le competenze possono essere acquisite sul campo. La docente di Scienza delle finanze Flaviana Palmisano afferma che all’università gli studenti acquisiscono gli strumenti per affrontare al meglio il mondo del lavoro, anche quando non si tratta di competenze strettamente legate alle mansioni che poi svolgono. La crescente disaffezione nei confronti dell’università potrebbe dipendere anche dall’affermazione di nuove forme di lavoro online, che non richiedono titoli di studio specifici. Tra queste, la studiosa cita il ruolo degli influencer, che dovrebbe essere monitorato più attentamente dalle statistiche ufficiali per i lavori del futuro.

Lavori del futuro, a proposito di statistiche…

Lauree in calo, ma le università telematiche sono in crescita: qual è il futuro dell’istruzione in Italia? Secondo i dati dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca), tra il 2011 e il 2021 le università tradizionali in Italia hanno perso quasi ventimila studenti, mentre gli atenei telematici hanno guadagnato 180 mila iscritti. Questa tendenza suggerisce che la laurea è sempre più vista come un impegno da conciliare con altre attività, come il lavoro. Le modalità a distanza sono preferite perché maggiormente flessibili, consentono agli studenti di seguire le lezioni da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. La laurea rimane, infatti, un investimento prezioso, anche in Italia. Secondo il CEDEFOP, l’agenzia Ue che si occupa di istruzione e formazione professionale, quasi tutti i settori dell’occupazione che promettono il maggiore sviluppo da qui al 2035 richiedono un diploma universitario. In particolare, i lavori del futuro più richiesti nei prossimi anni saranno quelle che richiedono competenze elevate, come medici, insegnanti, ingegneri e informatici. Secondo l’ultima analisi del Cedefop, da qui al 2035 l’occupazione in Italia crescerà del 3%. Circa la metà dei posti di lavoro richiederà competenze medie, il 44% competenze di livello alto, solo il 7% competenze di livello basso. Una laurea oppure un corso di formazione professionale, quindi, sembrano essere un buon modo per prepararsi al mondo del lavoro del futuro.

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