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Il Diversity Management valorizza le differenze in azienda
Sempre più spesso si sente parlare del Diversity Management, una figura professionale richiesta nelle aziende perché in grado di creare una maggiore inclusione all’interno degli ambienti di lavoro. Da qualche anno a questa parte, le tematiche riguardo le pari opportunità, le discriminazioni di genere e le diversità di qualsiasi natura che siano culturali, religiose, politiche, generazionali e di orientamento sessuale, stanno diventando sempre più rilevanti poiché incidono sull’affidabilità e sulla buona reputazione di cui gode un’impresa. Colui che si occupa di garantire il rispetto dell’altro e delle esigenze dei dipendenti è proprio il Diversity Management, un professionista HR specializzato nella valorizzazione delle diversità e che lavora per creare un ambiente inclusivo.
Di cosa si occupa il Diversity Management?
Per anni abbiamo sentito utilizzare la parola “diversità” con una accezione negativa. Tuttavia, si sente parlare sempre di più della valorizzazione delle caratteristiche che contraddistinguono gli esseri umani, rendendoli unici sia in ambito professionale che lavorativo. La volontà, quindi, di cercare il dipendente modello è venuta meno ed è stato adottato un tipo di approccio totalmente diverso proprio grazie alla figura del Diversity Management. Tale figura professionale si occupa di mettere in pratica diverse politiche volte a creare una visione diversa all’interno dell’ambiente di lavoro, in cui le differenze vengono apprezzate e stimolate. I risultati di questo nuovo approccio sono evidenti, poiché ha comportato un miglioramento sia dal punto di vista etico che finanziario. Le aziende che hanno assunto un Diversity Management hanno affrontato un processo di innovazione e hanno ottenuto un miglioramento della propria immagine.
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Perché crea valore in azienda?
Le aziende sono sempre più motivate a investire nel Diversity Management. I motivi principali sono i seguenti:
nell’organico è presente una tipologia di personale eterogenea che necessita di una gestione personalizzata;
prendersi cura delle motivazioni etiche e morali che riguardano la diversità fa la differenza;
è importante creare strategie adeguate per gestire al meglio le diversità e garantire una buona immagine aziendale, affrontare i cambiamenti sociali e i mutamenti del mercato del lavoro.
È importante anche tenere conto del contesto all’interno del quale mettere in pratica queste politiche di inclusione. Le iniziative devono sposare principi meritocratici e garantire un’equità di trattamento. Tali principi devono trovare applicazione in tutti gli ambiti: nelle risorse umane, nella valutazione delle performance e nel percorso professionale di ciascun dipendente.
Qual è la situazione in Italia?
La valorizzazione delle diversità è considerata oramai come un elemento fondamentale per quanto riguarda anche l’employer branding, cioè il miglioramento dell’immagine aziendale sia agli occhi dei lavoratori che dei clienti. Tuttavia, al momento in Italia l’attenzione è concentrata più che altro sulle differenze di genere. Per questo motivo, non sono poche le aziende che hanno assunto un Diversity Management all’interno della propria organizzazione, ma sono soprattutto le imprese di grandi dimensioni e le multinazionali quelle che hanno deciso di abbracciare questo tipo di approccio inclusivo. Le piccole e le medie imprese, invece, hanno iniziato da poco a prendere in considerazione la possibilità di inserire nell’organico tale figura professionale. Questi dati lasciano sperare in nuovi investimenti e nuovi miglioramenti in termini etici e lavorativi.
Coloro che stanno cercando lavoro e hanno a cuore le tematiche legate all’inclusione, possono specializzarsi conseguendo il corso di “Diversity Management” di Accademia Da Vinci. Questo fornisce le giuste competenze per garantire una corretta gestione dell’organico, riconoscendo e valorizzando le potenziali differenze del personale in tutti i processi aziendali.
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